Non faccio che pensarci ogni volta che si accende quella spia rossa sulla telecamera…
Ero in quarta liceo e il mio insegnante di italiano durante i colloqui con mia madre le suggerì che avrei trovato certamente la mia dimensione a condurre qualche programma in tv…
La dialettica non mi è mai mancata in effetti, ma non pensavo che avrebbe avuto ragione quel professore a volte dolce e altre scorbutico: ho dovuto ricredermi. Con grande lungimiranza ci aveva visto giusto!
In questi anni ho avuto la fortuna di apparire con una certa costanza in emittenti locali e regionali; ho sempre cercato di farlo in modo semplice e genuino, guardando le telecamere come un grande strumento per parlare alla gente e non come un ostacolo, un muro imbarazzante… Le finestre sono così: puoi lasciarle chiuse e farai fatica a sentire cosa succede fuori e chi è fuori farà difficoltà a vederti tra i riflessi del vetro…oppure puoi aprire quelle finestre e vivere a contatto con chi è dall’altra parte, mostrandoti per ciò che sei e chiacchierando come se salutassi delle persone che conosci da tempo.
Io ho scelto di tenerle aperte quelle finestre e, a giudicare da chi per strada mi saluta sorridendo (senza che io sappia chi sia), è stata la cosa giusta.