Riflessioni

Tramonto caldo

Si muove aria calda. calda è anche l’ombra degli alberi. c’è chi dorme, le tapparelle abbassate, il rumore del condizionatore, non il mio.

poi ci sono le sei del pomeriggio, finalmente si sentono alcune voci, dei ragazzi hanno il coraggio di giocare a calcio nel campetto. Il rumore delle ruote della bicicletta, dei raggi che tagliano l’aria…come si chiama quel rumore? ha un odore quel rumore, è l’odore dell’asfalto caldo, degli appartamenti sulla strada al piano rialzato, del gelsomino che non ha più fiori. ha l’odore della miscela del motorino che ti sorpassa, della marmitta ululante, dei sedili della macchina con le portiere aperte, quell’odore di…caldo.
c’è una casa piccolina, con una signora, con il grembiale senza maniche a fiorellini, le ciabatte di spugna, l’innaffiatoio. Il sole tra poco tramonta e le aiuole sono da bagnare, la terra calda bagnata ha quell’odore… alberi da frutta, narcisi…la luce al tramonto è calda davanti agli occhi e sulla pelle, calda.
ora quella casa è secca. quelle aiuole sono sterpi senza odore, le pietre sconnesse, le tapparelle inclinate, rotte. sui gradini dell’ingresso i vasi una volta pieni oggi sono vuoti e sistemati noiosamente uno sull’altro quasi stessero per cadere. i vasi di terracotta, nemmeno le lucertole ci sono più. Alberi nemmeno ce ne sono più. il civico, dipinto sul muro, è mutilato di mezzo numero e il cognome cancellato con della pittura, bianca. non c’è più niente. L’innaffiatoio riverso a terra dove una volta c’erano le ortensie blu. Mi fa male. Questo tramonto caldo, in un quartiere che ogni giorno perde un po’ della sua memoria.


         

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