Riflessioni

Liberi

Quando lasciamo andare, allora siamo liberi e da libera la nostra forza esonda e colpisce nella direzione in cui ci rivolgiamo. Questo penso di ogni creativo, di ogni artista.  Nella nostra società il creativo è schiacciato da un sistema che lo riconosce come pericolo invece che come valore aggiunto e quante volte soccombiamo,

inconsciamente, quanti di noi alla fine provano ad adeguarsi, a chiudersi in quelle infrastrutture come fosse l’unica via buona in quel momento, salvo poi chiedersi perchè non ha funzionato.

Quando scrivo senza filtri e le dita battono veloci sulla tastiera, senza chiedermi quali siano le parole giuste, dove metterle e cosa scrivere, quando lascio andare gli schemi, abbatto quelle barriere e lascio vedere me, solo allora le mie parole arrivano, colpiscono, commuovono, riscaldano, feriscono, amano. Solo allora. Ieri ho visto una grande artista salire su un palco troppo piccolo per lei, ho aspettato pensando che quelle pareti sarebbero crollate, ma dopo pochi istanti ho capito che non sarebbe stato così: l’ho ascoltata cantare in un bicchiere e così la sua voce, quella vera, è rimasta altrove, quasi intrappolata, nascosta e confusa da tutti quei limiti, nascosta e tumefatta dietro quei limiti, nascosta e silente.

Ho sentito cantare Alessandra ad un metro da me, senza parapetto, lanciare se stessa fuori in note irraggiungibili, senza che ci fosse un pensiero: ho sentito lei, viva e forte, anni fa tra lo scroscio degli orridi, con quell’acqua che, provato a sovrastarla era diventata docile e moderato accompagnamento, culla di uno spirito più alto, di quel linguaggio universale che la musica e la voce di una donna possono incarnare. La sua voce, libera, allora arriva, colpisce, commuove, riscalda, ama.
Ieri sera a The Voice of Italy nessuno dei coachs si gira: chiaramente, perchè non è cantando in un bicchiere e soffocandosi in uno schema non suo che un artista può bucare il cuore. Alessandra Drusian, che a quasi vent’anni dalla vittoria dei Jalisse a Sanremo ha deciso di mettersi nuovamente in gioco, lo ha fatto con troppa umiltà, senza volerlo ha sacrificato se stessa in favore del sistema.
Hai indossato un cappotto troppo piccolo, una scarpa troppo corta, un cappello troppo stretto. Il sistema non funziona. Bisogna guardare oltre e mettere sempre avanti noi e se il cappotto è troppo piccolo, meglio nudi; se le scarpe sono corte, meglio scalzi; se il cappello è troppo stretto, meglio liberi. Perchè da liberi si vince. Se la tua valigia è ancora vuota, svuotala ancora di più, perchè più leggera sarà e più libera sarai di andare lontano. Un abbraccio forte.


         

Questo sito fa uso di cookie. Utilizziamo sia cookies tecnici sia cookies di parti terze. Può conoscere i dettagli consultando la nostra informativa della privacy policy.
Premendo OK prosegui nella navigazione accettando l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.