Wedding

Quattrogiorni

Per me si è appena conclusa una “quattrogiorni” intensa, fatta di cose e persone che mi resteranno nel cuore…

di questo matrimonio iniziato giovedì mattina e conclusosi domenica pomeriggio ricorderò soprattutto il sorriso di Santi e lo sguardo di Paola quando hanno detto SI e sono diventati marito e moglie ;) le ballerine di Clelia, il pavimento della taverna, le mani di Atlantida, i tuc con la nutella, il tappeto rosso delle scale, la coca zero, Mireja e il Nero d’Avola, lo yogurt, gli orecchini della nonna Clelia, il Mate della mia Alejandra, il freddo pungente delle sette e il sole caldo delle otto; il papà di Isa, la mañana, il tappeto rosa delle altre scale, Ramiro Cruz che se si “casa” mi chiama, l’Albe con i capelli sciolti (discretamente lunghi e stiratissimi), le scarpe di Paola da allargare, il Nescafè, i giacinti coccolati fino all’ultimo (che quando si sono schiusi ci hanno regalato un profumo meraviglioso), la barca di Pier,  i nastri color cioccolato, Maria Vittoria e la Cinci, il risotto, l’abito color ciclamino di Lucia con il giacchino in pelle, gli appunti di Fabrizio, le calze della sposa, Juan Bauer, l’organza, Carina e le sue collane, le candele, Paolo in cucina, l’odore dello smalto per la manicure, tutte le cose “muy linde” e le pietanze “muy rico”, la primiera con los flores, la segunda con los anillos, la terzera con il bouquet más pequeños. Le corse su e giù dalle scale, le lacrime di Maria Luisa e i ricordi di Federico, il borsello di Liborio, i tulipani, i miei disegni, Bérengère e Augustin ma anche Bérengère e Olivier, le mie scarpe nuove, i confetti, Barbara Streisand e i Duck Souce, la plastica sul termosifone, Francesco Bonifaccio, la luna nel lago, Osvaldo che balla, il macbook, gli orecchini fatti dalla Cri, l’acqua, Jorge Lamas, il cappotto di Bruno, i vassoi di frutta, le poche ore di sonno, Mariano, Emiliano e le due Caroline, il “mio” spagnolo, la torta, le luci, l’affetto. Carlos, l’acqua fredda e poi caldissima, Julieta con Fernando e i due bellissimi Pedro y Lucas, i tavoli da spostare, il sole caldo, la mia borsetta, gli occhiali, i tremila appunti scritti ovunque. Caparezza, l’extra brut, le foto di Edo, il muschio, il braccialetto fatto da Carlita, i biglietti dell’autobus, Enrico ed Enrica, la lacca per capelli, il semolino fritto, le interviste per il video, la carta velina, il coprispalle di Lidia e il cognome di Giorgio. Il thè per Carina, le chiavi delle camere, la borsetta con le fragole, il raggio laser, il discorso di Carola, l’abbraccio forte di Paola, il tango con i campioni del mondo arrivati apposta da Rosario, i tacchi delle signore, la camicia di Kika, il mal di testa, i petali e le gabbie degli uccellini, il sottogiacca di Dudi, la suoneria del mio cellulare, il menù vegetariano, le voci dei bambini, il Martini, i camerieri, le tovaglie, la porta del bagno. Il bacio di mio marito a fine servizio, il corsivo inglese, le posate d’argento, il francese che si confonde tra il suono del contrabbasso e quello del sassofono. I Queen, i bottoncini in seta, lo shampoo, il vestito rosso della Stefy e quello verde della Betta. Le risate, “el cuarto” della nonna, la Cri che ci è mancata tanto, il rumore delle macchine sulla ghiaia e il silenzio mentre salgo in camera a prendere le mie valige. Un ottimo inizio di stagione, un matrimonio che mi ricorda come mai nonostante la stanchezza e le tantissime ore di lavoro alla fine di ogni evento l’unica sensazione che mi rimane è quella di infinita soddisfazione ed enorme gratitudine verso chi sceglie di farmi diventare parte della famiglia, a volte per un solo giorno, ma spesso molto più a lungo. …come seño del mio amore…


         

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