Wedding

Un matrimonio tutto d’un fiato – Cri e Seba

Alla radio ogni dieci minuti passano la canzone di Mika e il testo sembra particolarmente azzeccato…relax, take it easy…

Fa molto caldo e questo non ci aiuta mentre carichiamo sul furgone gli ultimi scatoloni di “cose” per il matrimonio. Mi sembra esserci tutto, posso ritirare l’abito della sposa e finalmente partire. Guido solo io per 8 ore e mezza, con qualche breve sosta mentre la mia assistente parla e parla per farmi passare il viaggio, ma 834 km restano tanti lo stesso. Non posso credere di aver già spedito 14scatoloni alla location e di aver dovuto noleggiare comunque un furgone per portarci dietro tutto il necessario. Effettivamente è atipico anche che sia in viaggio il lunedì per il matrimonio che si terrà sabato, ma molte cose vanno ultimate in loco e tutto sommato meglio essere già partite.
Sono le 22.30 quando arriviamo a Villa Balke e inizia la nostra settimana di fuoco. Ricordo di quei giorni di lavoro molti dettagli, l’odore acre del magazzino e quello meraviglioso del mare, la cordialità delle persone, l’ospitalità, la bufala a mezzanotte e i matrimoni che in villa si susseguono ogni giorno mentre noi discretamente lavoriamo per il nostro.
E finalmente è venerdì sera, Giovanni e Edo sono arrivati da poche ore ma c’è già da lavorare: domani Cristina si sposa e l’aspetta una sorpresa emozionante. È tutto pronto: le consegnano un mazzo di rose rosse e inizia una romantica serenata sotto casa sua, proprio come una volta. Le lacrime e i sorrisi si mischiano ed è qui che inizia davvero il nostro 21 luglio 2007.
La notte è lunga, ma finalmente è ora di alzarsi e dividersi i compiti. Ci sono 60 ospiti di Milano (tra cui lo sposo!) da andare a prendere in aeroporto alle undici, nelle camere dell’hotel dove alloggeranno vanno posizionati i cestini di benvenuto e va seguito il brunch previsto al loro arrivo. Dobbiamo dividerci per finalizzare il lavoro di più di un anno passando in chiesa e poi dedicando tutte le nostre attenzioni al ricevimento. La scaletta della giornata è fittissima. Ho lavorato gomito a gomito con gli sposi in lunghi appuntamenti a Milano, selezionando i migliori fornitori del golfo di Napoli, capendo ogni richiesta dei miei clienti e gestendo con pochi sopralluoghi sul posto tutto quello che era necessario.
Sono contenta. Anche se sono in piedi dalle cinque e la giornata è ancora lunghissima inizio a veder concretizzarsi ogni idea, ogni spunto. che belli i coralli… Questo è un matrimonio particolare: non esiste un tema vero e proprio, esistono solo gli sposi con le loro storie, i luoghi con le loro caratteristiche e io con i miei fili da tirare con attenzione affinché non si ingarbuglino. Dicevo i coralli…siamo a Torre del Greco e tutto il matrimonio ruota intorno alla scelta di un abito inusuale. Si tratta di un vestito disegnato appositamente per la sposa dalla stilista Sabine Valente, ci sono voluti mesi di lavoro per creare questo capo che resta sospeso a metà tra un abito da sposa e un costume d’epoca, con il suo cappellino volutamente uguale a quello delle “pacchiane napoletane” di fine ‘700 e con le sue passamanerie rosse e i ricami di corallo, vero corallo, che si arrampicano sul bustino…
Tutto si incastra alla perfezione, in chiesa la cerimonia scorre veloce, ma il don non si fa sfuggire nulla e anche la messa scuote i più rigidi in un crescendo di emozioni e condivisione. Quando gli sposi escono, la luce calda del pomeriggio li avvolge mentre tra riso e sorrisi si lasciano abbracciare da tutti. Nella mia mente a 5 anni esatti da quel giorno i ricordi sono nitidissimi…dalle frecce bianche scritte a mano per indicare la chiesa dei Camaldoli, sotto un imponente Vesuvio stanco, ai coni di riso decorati con coralli e madreperla, alla Excalibur bianca con gli interni rossi…il bouquet di rose rosse ed orchidee bianche e poi in villa la musica jazz, le birre, i cannolicchi, le rose all’occhiello, gli uomini di famiglia in mezzo tight, il caricaturista, le canzoni napoletane, gli m&m’s personalizzati, gli occhi del padre della sposa, i ventaglietti, la zuppetta di pesce “partecipativa” con la ricetta, la sua storia e il cestino ad usum con salviette al limone e bavette per non macchiare gli abiti… “granchio o aragostella pazza?”… Le candele, il plaid bianco, i cuscini rossi, i menù (che definirli tali è limitativo) con la storia di Cri&Seba, i petali, i sacchettini tritasca in raso duchesse bianchi e rossi che per cucirli tutti ci sono volute settimane, i 15 camerieri che in sala hanno lavorato incessantemente, le spille di coralli e madreperla, la voce del mio bimbo al telefono, le ranocchie, i confetti di Sulmona con i nomi degli sposi incisi al laser, la crema di limone e il limoncello, le salviette rinfrescanti nei bagni delle signore, il tableau/plastico tema “festa sulla spiaggia”, la posteggia napoletana, la torta fatta al momento da un eccellente pasticcere che ha trascorso sulle navi più lussuose gran parte della sua vita preparando dolci per milioni di persone molto diverse, con vite e sogni diversi… La chiatta da cui partono i fuochi d’artificio, le fiaccole sulla spiaggia, le infradito per tutti gli ospiti, le asciugamani bianche con le iniziali rosse degli sposi, il primo ballo, il cambio d’abito, le mille torte, i fiammiferi personalizzati, la degustazione dei confetti, i tuffi in piscina, i piedi stanchi, anche i carabinieri che alla fine hanno bevuto un caffè con noi e sono tornati al loro lavoro.
È stato così. Un lavoro estenuante, tutto d’un fiato come un elenco in cui non puoi fermarti un attimo, ma…Bello…perchè quando la musica si spegne e gli ospiti vanno via tutto sembra finito e invece non lo è affatto.
Sono passati cinque anni esatti eppure la forza, la soddisfazione, la responsabilità, la passione…quelle restano e crescono invece, di settimana in settimana, di sposa in sposa alcune esperienze sbiadiscono altre invece no.
A tutti gli sposi che mi hanno dato la possibilità di esserci, prima e dopo quel 21 luglio, devo molto, perchè quello che sono lo sono grazie anche a loro, alle loro storie, alle loro priorità, ai loro scleri, ai loro desideri. Alcune spose hanno parlato meno, altre molto di più ma in un caso o nell’altro hanno scelto me, fidandosi di una completa estranea che nel giro di qualche mese è riuscita ad entrare nelle loro vite e nelle loro famiglie, uscendone a volte in punta di piedi o altre volte non uscendone mai…


         

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